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Gli attori

CHI SONO GLI ATTORI DELL'AFFIDO FAMILIARE

I BAMBINI E LE BAMBINE, I RAGAZZI E LE RAGAZZE

Possono essere italiani o stranieri, neonati, bambini di due o tre anni, possono frequentare la scuola materna, elementare o media, essere già grandi e avere fino a diciassette anni compiuti. Possono anche avere problemi di salute o di disabilità più o meno gravi. L’ affidamento famigliare si rivolge quindi a tutti i minori che ne hanno bisogno. Si può essere più piccoli o già abbastanza cresciuti, ma avere comunque bisogno di relazioni affettive stabiliche solo in una famiglia possono essere garantite. Si può fare ancora molto sia per i pre-adolescenti che per gli adolescenti. Avere una famiglia su cui poter contare è importante per tutti i bambini, a maggior ragione quando ci sono delle difficoltà personali e famigliari da affrontare.

LE FAMIGLIE D'ORIGINE

Sono famiglie conosciute e seguite dai Servizi Sociali con bisogni e difficoltà di tipo diverso, che non riescono da sole ad occuparsi dei propri figli in modo adeguato e ad offrire loro tutto ciò di cui hanno bisogno per crescere. Il ricevere aiuto da un’altra famiglia nel crescere i propri figli può favorire in loro un maggior investimento di energie e un ulteriore stimolo per cercare di affrontare e, per quanto possibile, risolvere i problemi concreti che sono alla base delle loro difficoltà, migliorando quindi le proprie condizioni di vita e tornando nella possibilità di offrire ai loro bambini l’affetto e il sostegno genitoriale di cui hanno bisogno.

LE FAMIGLIE AFFIDATARIE

L’ affidamento è una scelta complessa e impegnativa, ma proprio per questo umanamente arricchente, il cui valore resta nel tempo anche una volta che si è conclusa. Possono offrire la propria disponibilità all’affido non solo famiglie con figli ma anche coppie e singoli. Non sono richieste particolari abilità e non sono previsti dalla legge limiti di età. Tuttavia requisiti essenziali sono: • Uno spazio nella propria vita e nella propria casa per accogliere un’altra persona, in una condizione di difficoltà; • La disponibilità affettiva e la volontà di accompagnare per un tratto di strada più o meno lungo un bambino o un ragazzo, senza la pretesa di cambiarlo, aiutandolo a sviluppare le sue potenzialità e valorizzando le sue risorse; • La consapevolezza della presenza e dell’importanza nella vita del bambino della sua famiglia d’origine, con la quale cercare di mantenere un rapporto di dialogo costruttivo e di collaborazione in vista del benessere del minore.